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Tra i pensatori che, nel corso del XIX secolo, hanno contribuito alla definizione del concetto di rappresentanza politica si può senz'altro annoverare Philippe Buchez (1796-1865), noto in Francia e nel resto d'Europa. Nella sua teoria risalta il nesso tra pensiero politico e istituzioni rappresentative. Egli approfondì lo sviluppo storico-dottrinale del concetto di rappresentanza politica e tenne in conto le relative applicazioni pratiche di ordine istituzionale e sociale. Per Buchez la rappresentanza è l'unico "criterio di valutazione" delle diverse forme di governo. E il governo rappresentativo è il migliore possibile in quanto risulta il solo capace di garantire l'esercizio della sovranità popolare, consentendo così il progresso civile e morale della società. Buchez è convinto che il suffragio universale a due gradi, da lui indicato come valida alternativa alle inefficienze e ai pericoli del suffragio universale diretto, consenta al "cittadino elettore" una scelta più responsabile e oculata. Il suo progetto per una soluzione etica della questione sociale si intreccia con la necessaria affermazione del sistema democratico. Questo saggio, presentando un quadro generale del problema della rappresentanza, analizza criticamente il contributo bucheziano al dibattito su uno dei cardini focali della democrazia moderna che ha interessato e appassionato il pensiero politico occidentale.